Il Primo Comandante delle Forze Speciali ha parlato della situazione tra Russia e Ucraina, forse ci sono le premesse per negoziare.
Partendo dalle vicende che si sono verificate ultimamente, in particolare facendo riferimento al fatto che gli ucraini abbiano riconquistato la zona dell’Oblast di Kharkiv, precedentemente occupata dai Russi, il generale Bertolini abbozza alcune considerazioni. Inizialmente i russi avevano mirato insieme all’Oblast di Kharkiv, all’Oblast di Lugansk e alla zona di Donetsk. Scendendo da Nord avevano preso gran parte del terreno di Kharkiv, tornato adesso di nuovo in mani ucraine.
Secondo il Generale Bertolini, come afferma alla redazione della Verità, le forze russe non erano abbastanza numerose già in partenza, all’inizio dell’invasione. Si trattava di aver stanziato tra i 160.000 e 180.000 soldati, considerati insufficienti per un’invasione poiché si prevede che per tale missione dovrebbero essere stanziati un numero pari a tre ad uno in favore dell’attaccante.
Le truppe russe sono state distribuite su un enorme spazio di terreno durante il primo attacco, che andava dal confine bielorusso ucraino, vicino a Kiev, e si estendeva fino ad est. Uno spazio di terra troppo vasto da coprire, e infatti i russi hanno avuto la meglio in seguito, nel momento in cui si sono concentrati sulla parte orientale.
Nella fase iniziale i russi hanno goduto di un certo vantaggio, ma la rimessa ucraina, avvenuta anche grazie agli aiuti dei paesi occidentali, ha reso la guerra simmetrica, ossia, condotta da due eserciti che applicano metodi e strategie moderne, con armi simili. Secondo il generale quindi, il momento della controffensiva ucraina è adesso e quindi una trattativa potrebbe essere plausibile.
Una fase di negoziazione?
Adesso quindi sarebbe un buon momento per negoziare. Fino alla rimessa gli ucraini erano parte lesa della battaglia e poco avrebbero potuto trattare, mentre ora la situazione è diversa, data la dimostrazione di forza, soprattutto grazie al sostegno europeo e soprattutto USA. Anche se questa possibilità lascia ancora poco ben sperare. Questo perché, come spiega il generale, adesso ci sono anche questioni psicologiche e implicazioni culturali fatte di valori nazionali. Gli ucraini infatti ora si sentono sempre più forti e sperano di poter prevalere. Come spiega il generale, questo è un sentimento importante: “La guerra è così. L’unica costante sono i morti“.
Per i russi però le premesse per una trattativa non sembrano essere considerabili. Il sentimento di “Sentirsi stretti” varrebbe a dire la possibilità di mettere in campo anche armi che ancora non sono state utilizzate. Inoltre, la situazione in Ucraina non è paragonabile a quella dell’impegno russo in altri paesi. La missione in Ucraina determina oltre che un’importanza politica, una vera e propria missione di ambizione. La Russia continua ad avere il desiderio di essere una potenza globale ed europea, c’è quindi in gioco la sua stessa sopravvivenza.